Filippo Quattrocchi, gangitanus sculptor

Filippo Quattrocchi, Annunciazione a Maria, 1799 (?), Gangi (foto S. Farinella©)
Filippo Quattrocchi, Annunciazione a Maria, 1799 (?), Gangi (foto S. Farinella©)

Quella di Filippo Quattrocchi, scultore gangitano di opere lignee, è forse la figura di artista di arte sacra fra Settecento e Ottocento più conosciuta in Sicilia: sue opere (circa duecento fra documentate e attribuite in un catalogo in continua evoluzione) sono infatti attestate nelle chiese di numerosi centri siciliani.

Filippo Quattrocchi è senza dubbio uno dei maggiori se non il principale esponente della statuaria lignea tardo barocca siciliana, l’ultimo raffinato interprete nella scultura in legno di quella stagione dell’arte nota come rococò: estro, genialità e perfezione delle sue opere, che riflettono il movimento come principale elemento della cultura barocca, caratterizzano la sua vasta produzione artistica attuata in circa sessant’anni di attività svolta quasi interamente a Palermo.

A distanza di dieci anni dalla mostra Filippo Quattrocchi gangitanus sculptor. Il “senso barocco” del movimento che ho curato nel 2004 insieme al catalogo delle opere esposte (una cinquantina) nel quale ho avuto modo di ricostruire le vicende biografiche e artistiche del Quattrocchi e, per la prima volta, dei suoi figli quali inediti artisti - mostra e catalogo che rimangono in assoluto il primo e unico lavoro monografico finora esistente sull’artista gangitano -, torno a occuparmi dello scultore raccogliendo l’auspicio di una “revisione critica” della “enorme mole di opere” a lui riferite: un ritorno dovuto al fatto che l’attenzione venne allora limitata alle sole opere in mostra (in ogni caso troppo esigue rispetto alla più vasta produzione artistica del Quattrocchi), sebbene il ritrovamento di alcuni documenti inediti mi consentì, in quella occasione, di ridisegnare il profilo di questo grande maestro dell’intaglio, forse l’ultimo gigante di quella cultura tardobarocca che segnò la Sicilia della seconda metà del Settecento. Un ritorno dovuto anche alla girandola di attribuzioni, oggi amplificate dallo sviluppo della rete e dei social network (il web e i suoi strumenti come Wikipedia o Faceboock) dove in tanti attribuiscono svariate opere al nostro scultore; un ritorno dovuto infine alle amichevoli sollecitazioni di alcuni gentili sostenitori di questo approfondimento (a Milazzo come in altre realtà dove si pregiano di avere una statua del Quattrocchi o a lui attribuita), spinte che mi hanno fatto raccogliere l’invito a redigere un nuovo catalogo completo, per quanto possibile, dell’opera dello scultore gangitano a cui sto già lavorando.

In questa sezione del sito offro i miei scritti già pubblicati su Filippo Quattrocchi e qualche inedita novità.