I Templari a Gangi ? Indizi per una presenza dell'Ordine del Tempio

di Salvatore Farinella©, testi tratti da S. Farinella, Storia delle Madonie. Dalla Preistoria al Novecento, Palermo 2010, pp. 141-142 e testi inediti tratti da S. Farinella, GANGI. LA STORIA. Dal Medioevo al Novecento. Vol. I. Dalla fondazione normanna alla fine del Medioevo (XII-XV secolo). Il borgo e il suo territorio  (in corso di pubblicazione) e da S. Farinella, Il Tempio e l’Ospedale. Sulle tracce dei Templari e dei Cavalieri di Malta a Gangi fra indizi e documenti d’archivio - XII-XVIII secolo (in corso di ultimazione)    

Sigillo dei Cavalieri Templari (immagine da web)
Sigillo dei Cavalieri Templari (immagine da web)

Se pochi sono gli insediamenti templari attestati da fonti d’archivio, molti sono invece quelli di cui si indica una presenza a fronte di altri elementi che non siano documenti cartacei: una croce scolpita o dipinta, un toponimo, il nome ricorrente di un Santo, una struttura architettonica integra o in ruderi, un elemento topografico o tutte queste cose assieme. Al di la delle carte d’archivio - principali elementi di riferimento per definire una presenza templare certa in un dato territorio -, diversi indizi hanno infatti stimolato la ricerca in Italia e in Sicilia, giungendo a volte al ritrovamento di veri insediamenti dei cavalieri del Tempio, altre volte a formulare ipotesi di possibili stanziamenti ancora tutti da verificare, altre volte ancora a formulare semplici esercizi di pensiero. 

 

Di un insediamento templare a Gangi, fino a oggi, non si ha notizia in alcun documento scritto, forse perché non esiste alcun documento o forse perché, se esiste, esso è ancora celato alla nostra conoscenza: ragionare di un argomento per il quale non è possibile dare una dimensione storica attraverso le carte d’archivio è perciò cosa piuttosto spinosa. Quello della mancanza delle fonti sarebbe infatti un motivo sufficiente a farci desistere da qualunque tipo di argomentazione, esigente com’è la ricerca scientifica nel valutare l’attendibilità di una proposta. E tuttavia, così come in diversi casi sparsi per la penisola, una serie di indizi di varia natura porta a non eludere il problema, anzi alimenta una curiosa attenzione verso un argomento ignorato da sempre che solo da qualche anno ho portato all’attenzione.

 

Sull’argomento - nato da una intuizione colta durante lo svolgimento dei miei studi sulla storia di Gangi - diedi infatti una prima notizia qualche anno fa (2010), in occasione della pubblicazione del libro sulla Storia delle Madonie: lì per la prima volta, attraverso una serie di ragionamenti e di ricostruzioni plausibili, portai pochi indizi (appena tre) di una possibile presenza dei Templari a Gangi. La questione ebbe inizio da una domanda che riguardava la presenza documentata nel nostro borgo dei Cavalieri di Malta: perché a Gangi esistette un insediamento degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme (i futuri Cavalieri di Malta) [1] ? La presenza certa degli Ospedalieri a Gangi - che, di per sé, non avrebbe grande rilevanza dal punto di vista insediativo per quest’ultimo Ordine - potrebbe essere dovuta a una originaria presenza templare nel borgo ?

 

Sebbene la mancanza di documenti costringa a formulare solo ipotesi, non è improbabile che la presenza dell’Ordine Gerosolimitano a Gangi possa essere dovuta a un precedente insediamento dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio (Pauperes commilitones Christi templique Salomonis, ossia “Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone”), più comunemente detti Templari. Nati nel corso della prima Crociata (1097-1099) e costituitisi nel 1119, essi conclusero la loro esistenza nel 1312 con la bolla Vox in excelso di papa Clemente V, a seguito delle accuse mosse dal re di Francia - Filippo il Bello - che fece intentare una serie di processi contro l’Ordine probabilmente allo scopo di mettere le mani sul tesoro dei Templari e il cui ultimo atto fu la morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay, nel marzo del 1314: con la bolla Ad providam del 2 maggio 1312, i beni dei Templari vennero trasferiti proprio all’Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni. Potrebbero dunque i Cavalieri Gerosolimitani avere “ereditato” i beni di un precedente insediamento templare anche a Gangi, così come altrove ? Una risposta affermativa potrebbe chiarire il senso della presenza giovannita nel nostro borgo.

 

Quella che segue è dunque l'ipotesi di una possibile presenza templare a Gangi, basata su una serie considerevole di indizi - o se si vuole di “tracce” - che se confermate rivoluzionerebbero la storia del nostro borgo: e come tutte le ipotesi di studio anch’essa rimane in attesa di ulteriori e più definitive conferme. Ma, intanto, questi sono gli indizi di cui disponiamo: al lettore lascio l'onere di giudicarne l'attendibilità.

 

 

Note

 

[1] Nel Trecento i Cavalieri Gerosolimitani (poi Cavalieri di Malta di cui ho già dato alcune notizie) sono documentati anche a Gangi: un atto di donazione del dicembre 1389 dà infatti notizia di un casaleno di Sancti Joannis Hierosolimitani esistente nella qontrata Sancte Marie. Qui l’Ordine ebbe una commenda, in origine autonoma e poi aggregata a quella di Piazza Armerina. A Gangi i Cavalieri Gerosolimitani possedevano il feudo della Magione, un mulino nella fiumara e la chiesetta di San Giovanni, oltre alla chiesa di San Giovanni Evangelista nella vicina Nicosia. Pare anche che essi si fossero insediati in un quartiere a oriente del borgo (mentre la chiesa di San Giovanni Battista è a occidente) che già alla metà del Cinquecento portava il nome di Porta di Malta, dall’isola dove i Cavalieri si erano ritirati nella prima metà del XVI secolo.