Villa Sgadari a Petralia Soprana

di Salvatore Farinella©, pubblicato in S. Farinella (a cura), Atlante dei Beni Culturali in pericolo delle Madonie, Palermo 2004 e in Espero, 1 aprile 2007 

Villa Sgadari a Petralia Soprana
Villa Sgadari a Petralia Soprana

Ai margini del centro abitato di Petralia Soprana, immerso in una quiete campagna, sorge isolata Villa Sgadari: l’edificio è in parte sommerso da una abbondante vegetazione spontanea che sembra avere preso il sopravvento su quel corpo di pietra che mostra inevitabilmente i segni del tempo e dell’abbandono. La villa, un tempo residenza suburbana di una delle famiglie più in vista del piccolo centro madonita, è oggi proprietà dell’Ente Parco delle Madonie: è un importante esempio di architettura tardo settecentesca che mostra vistosi, tuttavia, i segni del degrado e dell’abbandono, e soprattutto i segni dell’indifferenza.

Della Villa Sgadari non sappiamo praticamente nulla, se non che appartenne all’omonima famiglia originaria di Petralia Soprana e che venne edificata (per quel che ci è dato di vedere) nel corso della seconda metà del XVIII secolo: non ci sembra un caso, però, la somiglianza stilistica fra questa casina di campagna e il palazzo dei Bongiorno nella vicina Gangi. Frugando fra le carte d’archivio troviamo infatti che nel 1728 don Matteo Sgadari, figlio di don Francesco e di donna Caterina Palazzotto e Sgadari terre Petralie Superioris, convola a nozze con donna Giuseppa Bongiorno (1), sorella dell’allora diciassettenne barone Francesco Benedetto Bongiorno: la cosa assume un aspetto più rilevante se consideriamo che altro fratello della sposa (e dunque cognato dello Sgadari) è l’ancora bambino (ha solamente sei anni) Gandolfo Felice Bongiorno, futuro erudita e soprattutto architetto in ambito madonita. Numerosi documenti ci confermano che a partire dalla metà e fin quasi alla fine del XVIII secolo l’architetto Bongiorno fu impegnato in diverse imprese progettuali a Gangi, a Geraci, a Polizzi Generosa e nella stessa Petralia Soprana: pensiamo che egli possa essere stato anche progettista del palazzo di famiglia eretto a Gangi fra il 1754 e il ’56 e, viste le numerose analogie con la villa petralese (nelle soluzioni di cornicioni e lesene, di cantonali, cornici e balconi), possiamo immaginare che il Bongiorno possa aver assecondato il desiderio del cognato (o di qualche altro membro della famiglia Sgadari) di costruire una casina nei pressi di Petralia Soprana e che ne abbia dunque ideato il disegno. È, evidentemente, una congettura ancora tutta da verificare.

L’imponente fabbricato, ancora compatto nella sua mole settecentesca, mostra la facciata principale artisticamente composta con balconi a petto d’oca sorretti da artistici mensoloni in pietra: le modanature delle cornici che inquadrano le numerose aperture sottolineano la raffinatezza delle soluzioni architettoniche.

Villa Sgadari si presenta oggi [2007] in uno stato di assoluto abbandono. Disabitato e trascurato da decenni, l’edificio non nasconde i segni del degrado: numerose le lesioni nelle murature ed altrettanto molteplici le parti diroccate ed i conci sconnessi; diverse parti delle coperture sono crollate sotto il peso dei secoli mentre la natura ha lentamente fatto il suo corso insinuandosi con le proprie radici fin dentro le connessioni murarie. A ben vedere l’antico fabbricato, un tempo pieno di vita, somiglia a un muto fantasma che osserva l’inesorabile trascorrere del tempo in attesa di giungere alla fine della sua lenta agonia.

[La villa è stata recuperata a cura dell’Ente Parco delle Madonie ed è stata inaugurata nel maggio 2012].


Note


1 - Archivio Chiesa Madre Gangi, Libri dei matrimoni, vol. 5, anni 1725/33, c. 28.