Origini normanne di Gangi ? Elementi per una nuova storia del borgo

di Salvatore Farinella©, testi inediti tratti da GANGI. LA STORIA. Dal Medioevo al Novecento. Vol. I. Dalla fondazione normanna alla fine del Medioevo (XII-XV secolo). Il borgo e il suo territorio  (in corso di pubblicazione), ottobre 2012

Gangi e la Regia Trazzera Palermo-Messina montagne", già "magna via Francigena", carta di Andrea li Pani, 1834 (ASPa)
Gangi e la Regia Trazzera Palermo-Messina montagne", già "magna via Francigena", carta di Andrea li Pani, 1834 (ASPa)

2. Posizione strategica sulla magna via Francigena

 

Un secondo motivo che potrebbe giustificare le possibili origini normanne di Gangi risiede nella posizione strategica del monte Marone (e dunque del futuro borgo) sulla magna via Francigenala più rilevante arteria viaria del medioevo normanno: del resto è stato scritto che «Gangi non è città, ma, vuoi per la popolosità, vuoi per la posizione e anche per le tradizioni, è una ‘terra’ che si distingue su tante altre … [ponendosi] in posizione dominante in una importante via di transito tra la Sicilia occidentale e la Sicilia orientale …» (17).

Come si è detto, secondo la cronaca del monaco e biografo Goffredo Malaterra, la conquista degli Hauteville investe le Madonie seguendo una direttrice di marcia che da oriente si spinge verso occidente e verso meridione (18), con spostamenti che avvenivano lungo l’arteria viaria che già alla fine di quello stesso secolo era chiamata magna via Francigena e che in seguito sarebbe stata nota come “Regia Trazzera Termini-Taormina per le montagne” (o “Palermo-Messina montagne”): da Messina l’arteria proseguiva verso Palermo procedendo attraverso le montagne delle Madonie e passando proprio per lo snodo del monte Marone.

Del resto appare chiara da parte dei Normanni la «scelta strategica di procedere attraverso la progressiva occupazione di piazzeforti dell’entroterra, lungo la direttrice che dalla cuspide peloritana dell’isola, attraverso Troina, Nicosia, le Petralie e Polizzi, avrebbe portato alla caduta di Palermo (1072). Dal controllo militare di questa direttrice, inteso a innervare una campagna bellica fatta più d’improvvise (se non improvvisate) sortite di piccoli drappelli a cavallo, piuttosto che dall’avanzata di un esercito compatto e ben organizzato, sarebbe dipesa la fortuna logistica delle imprese guidate dagli Altavilla» (19).

In questo scenario di campagna militare la posizione del monte Marone nei confronti della principale via di comunicazione - la magna via Francigena - e dell’altra antica e importante arteria in direzione nord-sud proveniente da Enna-Qasr Yânnah era particolarmente strategica: ed è probabilmente proprio per l’alta valenza di questo snodo territoriale che in questo torno di tempo sul monte Marone, isolato nella campagna circostante, vennero poste le premesse per il futuro insediamento urbano che, da lì a qualche decennio, si sarebbe voluto nell’abitato di Gangi.

 

Carta della Sicilia del 1791, particolare (foto da web)
Carta della Sicilia del 1791, particolare (foto da web)

Secondo alcuni studiosi, la magna via Francigena - che costituiva uno degli itinerarium peregrinorum verso Messina già nel 1096 - è «un itinerario che sembra tutto normanno in alternativa alla Palermo-Messina per la marina spesso impraticabile e, dapprima, essenziale via di penetrazione per colpire il cuore del regno arabo da parte dei normanni» (20).

Aggirando il monte Marone verso sud attraverso una stretta gola - il luogo chiamato ancora oggi Strittu, fra la montagna e il dirimpettaio Monte San Calogero -, la strada giungeva alle falde meridionali del monte in quel luogo che ancora oggi è indicato come Chiànu di Palèrmu (“Piano di Palermo”, a indicare che la strada proseguiva verso la capitale) e puntava verso Petralia e dunqnue verso Palermo.

L'altra strada proveniente da Enna-Qasr Yânnah - citata in un documento del 1195 - risaliva invece il territorio in direzione nord costeggiando il Fiume Gangi: giunta in vista del monte Marone, l'arteria viaria proseguiva verso lo Strittu collegandosi alla via Francigena per staccarsi nuovamente poco più oltre e proseguire in direzione nord-est verso l’odierna Castel di Lucio (21) e quindi verso Tusa o Caronia fino al mare Tirreno. Era questa l’arteria che avrebbe consentito alle truppe normanne, dallo snodo del monte Marone, di raggiungere la roccaforte di Enna staccandosi dalla via Francigena.

Queste due importanti arterie viarie si intersecavano dunque proprio ai piedi del versante est del monte Marone e il luogo di questo incrocio di strade è ancora oggi chiamato - non a caso - Piano Ospedale. Se, come è stato affermato, «un insediamento vive se esiste una strada per giungervi ed una strada esiste per portare in un luogo» (22), allora riteniamo di non errare considerando lo snodo dell’odierna Contrada Piano Ospedale quale importante crocevia stradale, determinante per i collegamenti territoriali verso sud e verso nord dalla via Francigena ma soprattutto decisivo per la fondazione stessa dell’abitato Gangi: uno snodo che proprio dal periodo della conquista normanna diverrà un rilevante punto di riferimento territoriale.

 

È stato del resto sottolineato come «appare plausibile che i Normanni, anche alla luce della loro consumata esperienza sul controllo delle grandi vie di comunicazione e delle urgenze strategiche durante e dopo la conquista, abbiano deciso d’installare o potenziare adeguati dispositivi di presidio lungo gli attraversamenti di queste vallate. Dispositivi che in tempi non sempre precisabili evolveranno nella realizzazione di veri e propri castelli, per lo stazionamento di leste cavallerie in grado di aggredire e annientare drappelli antagonisti in transito» (23).

Va da se poi che «attorno ai castelli … andavano a coagularsi i primi fabbricati, consequenziali allo stanziamento di mercanti, allevatori e coloni che il nuovo sistema fiscale e militare, introdotto dai conquistatori e gestito attraverso il feudalesimo, puntava a concentrare, piuttosto che a disseminare sul territorio» (24).

Alla luce degli elementi citati è possibile dunque ipotizzare che la nascita di un insediamento stabile sul monte Marone - la futura Gangi - possa essere avvenuta fra l’ultimo quarto dell’XI e il primo quarto del XII secolo, proprio perché il sito si trovava su una delle più importanti arterie viarie che in quel periodo congiungevano le città di Palermo e di Messina e con un ottimo collegamento verso sud (Enna) e verso il mare Tirreno. Ciò, come si è detto, avrà portato la gente dei vicini casali e delle fattorie sparse nel territorio a insediarsi sul monte Marone dando vita all’abitato di Gangi in funzione di quella importante arteria viaria nota come magna via Francigena, poi Regia Trazzera Palermo-Messina per le montagne, che nel corso dei secoli determinerà lo sviluppo socio-economico dell’abitato.

 

I territori di Guerrera de Craon nei pressi di Regiovanni (foto S. Farinella©)
I territori di Guerrera de Craon nei pressi di Regiovanni (foto S. Farinella©)

3. Un documento del 1195

 

 

Un terzo elemento che accredita l’ipotesi della possibile fondazione di Gangi sul monte Marone in epoca normanna è costituito dal documento col quale nel 1195 vengono confermate le terre del tenimentum di Geraci alla contessa Guerrera de Craon (25): l’atto venne siglato nel borgo di Gangi, che faceva parte dei domini della famiglia feudale. Il documento descrive in maniera molto dettagliata i confini dei territori che appartenevano alla contessa e che racchiudevano quasi gli odierni territori dei due comuni di Gangi e di Geraci: rimanevano fuori le divise (i territori) appartenenti al castello di Rahal Johannis (Regiovanni).

 

Tutte le indicazioni topografiche che possono rilevarsi dal documento - del quale ho prodotto un approfondito studio in corso di pubblicazione (26) - indicano in maniera chiara la presenza del borgo di Gangi sul monte Marone alla fine del XII secolo (cioè più di un secolo prima dei fatti del 1299): la descrizione delle strade che conducono a Gangiam o del fluminis currentis de Gangia (l’attuale Fiume Gangi che scorre dal borgo verso Regiovanni), o dell’aqua pendente versus Gangiam (i torrenti che scorrono in direzione di Gangi), tutto porta in direzione del monte Marone e, dunque, dell’odierno borgo. Nessuna indicazione viene data invece dal documento sulla presenza di un borgo con castello in contrada Gangi Vecchio, nelle cui vicinanze viene solamente rilevata la presenza della ecclesiam Sancti Nicholay, una isolata chiesetta di campagna intitolata a san Nicolò che fungeva da confine, esistente fino alla fine dell’Ottocento e che ho potuto individuare non lontano dal monastero di Gangi Vecchio: se il borgo di Gangi (che secondo la storiografia tradizionale sarebbe stato la continuazione dell’antica Engyon, poi distrutto nel 1299) fosse esistito qui, il documento del 1195 ne avrebbe rilevato certamente la presenza e le indicazioni topografiche sarebbero state compatibili con questa localizzazione. Invece i "veterani e i probi uomini" di Castrogiovanni (Enna), Petralia, Nicosia e Vaccarìa (vicino Sperlinga) che avrebbero dovuto certificare i confini di quei possedimenti, vennero fatti arrivare apud Gangiam, presso Gangi (evidentemente quella sul monte Marone) che si trovava sulle principali vie di collegamento allora esistenti.

E gli indizi a favore di una fondazione normanna di Gangi non finiscono qui ...

 

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Note

 

17 - A. Di Pasquale, Note su la numerazione e la descrizione generale del Regno di Sicilia dell'anno 1548, Palermo 1970, p. 47.

18 - Sull’avanzata normanna si veda F. Maurici, Castelli medievale in Sicilia. Dai Bizantini ai Normanni, Palermo 1992, passim.

19 - A. Pettineo, Presidi militari di frontiera: Castel di Lucio, Migaido, Pettineo, Tusa superiore e Tusa Inferiore, in G. Antista (a cura), Alla corte dei Ventimiglia. Storia e committenza artistica, Atti del Convegno di Studi, Geraci Siculo-Gangi 27-28 giugno 2009, Palermo 2009, p. 105.

20 - L. Santagati, Viabilità e topografia della Sicilia antica. La Sicilia del 1720 secondo Samuele von Schmettau ed altri geografi e storici del suo tempo, vol. 1, Caltanissetta 2006, p. 34.

21 - Ufficio Tecnico Speciale delle Trazzere di Sicilia, sede di Palermo, busta 62, Regia Trazzera Gangi-Castel di Lucio.

22 - L. Santagati, Viabilità e topografia, cit., p. 9.

23 - A. Pettineo, Presidi militari di frontiera, cit., p. 105.

24 - Ibidem.

25 - E. Mazzarese Fardella, Il Tabulario, cit., p. 5 e segg..

26 - S. Farinella, Omnes divisas que tenimento Geracii pertinent. Alle origini della contea di Geraci. L’insediamento normanno dei de Craon nelle Madonie del XII secolo: la famiglia e i territori, in corso di pubblicazione.