La masseria fortificata di Bordonaro Soprano

di Salvatore Farinella©, testo (rivisitato e aggiornato) pubblicato in S. Farinella, Bordonaro Soprano. Agonia di un monumento, Quaderni di Progetto Gangi 1993, in S. Farinella, Gangi: una masseria in pericolo a Bordonaro Soprano, Bollettino nazionale Italia Nostra n. 354, 1999, in S. Farinella, Gangi. La masseria fortificata di Bordonaro Soprano, Espero n. 2/maggio 2007 

Il baglio della masseria di Bodonaro Soprano (foto S. Farinella©)
Il baglio della masseria di Bodonaro Soprano (foto S. Farinella©)

 

Gli edifici abitativi

 

Varcando l’arco del portale di accesso al complesso architettonico, posto nel lato meridionale della cinta muraria che circondava l’intero impianto, sulla sinistra si trovavano gli edifici adibiti ad abitazione del barone o dell’amministratore del feudo: addossati alla parte meridionale del muro di cinta erano invece gli alloggi del personale addetto alla conduzione della masseria.

L’edificio abitativo principale con gli alloggi del proprietario era costituito da una struttura a due elevazioni, costruita per parti in epoche diverse, come ha rivelato un esame condotto sulla trama muraria quando questa era ancora integra. La struttura presentava i caratteri propri della tipologia palaziale e denotava chiaramente la sua funzione di edificio adibito alla residenza del nobile: al piano terra, accessibile direttamente dalla corte, trovavano posto gli ambienti di servizio - cucina, magazzino, deposito - mentre al piano superiore, al quale si accedeva tramite una scala esterna, gli ambienti dovevano essere adibiti alle altre attività della vita domestica - rappresentanza, pranzo, riposo -. Alla facciata principale dell’edificio erano addossate altre strutture, corpi aggiunti in epoche posteriori e piuttosto recenti.

Contigue alla residenza principale, comprese fra questa e il lato meridionale della cinta muraria, trovavano posto le altre strutture abitative adibite al ricovero del personale di servizio: costituiti da due grandi ambienti, ai quali ne seguivano altri di minore dimensione, tali edifici erano destinati all’alloggio di coloro che erano preposti alle varie funzioni nella conduzione della masseria. Anche se irriconoscibili nel loro aspetto originario, è possibile ipotizzare che si trattava di un edificio a una sola elevazione, dotato di ambienti comuni per l’alloggiamento e di ambienti di servizio, coperto con tetto a falda unica inclinata verso l’interno della corte.

 

La torre di Bodonaro Soprano e parte degli edifici abitativi (foto S. Farinella©)
La torre di Bodonaro Soprano e parte degli edifici abitativi (foto S. Farinella©)

Gli edifici di servizio

 

Di fronte l’ingresso della masseria, sul lato settentrionale della cinta muraria, erano gli edifici adibiti a magazzini e depositi: essi si presentavano a una sola elevazione, a doppia altezza, con tetto a falde sorretto da grosse colonne in muratura di pietrame e intonacate. Un unico grande ambiente costituiva il vano principale di tali strutture, mentre altri vani più piccoli - e a volte fra loro comunicanti attraverso archi passanti, adibiti per lo più a depositi e magazzini di derrate e prodotti agricoli - concludevano l’intera struttura. Sui lati meridionale e orientale della cinta muraria erano situati invece gli edifici adibiti a stalle e ricovero degli animali. Si trattava di strutture di modeste dimensioni, attaccate le une alle altre, recanti ancora i segni delle funzioni a cui esse erano destinate - mangiatoie, sedili, ripiani -. A una sola elevazione, queste strutture dovevano presentare una copertura a una sola falda inclinata verso l’interno del baglio.

Esternamente alla cinta, e addossate ad essa dal lato meridionale, altre strutture - sicuramente di epoca più tarda - erano adibite agli stessi usi di servizio della masseria, con ingresso autonomo e ambienti ricavati in parte direttamente nel costone roccioso, al quale erano parzialmente addossate.

 

La torre

 

All’angolo settentrionale del complesso architettonico, fra la residenza principale e gli edifici adibiti a magazzini, è situata la torre: è isolata su un banco di roccia, accessibile attraverso una scaletta addossata all’edificio abitativo, ed è in parte costruita con pietrame locale e in parte ricavata dalla stessa roccia. Simbolo del potere feudale e, nello stesso tempo, elemento indispensabile per la difesa della masseria, la torre si presenta di forma quadrata, di circa 6 metri di lato, con una altezza di circa 12 metri dal piano di imposta: essa consta di due elevazioni - anche se la presenza di falsi marcapiani esterni indurrebbe a pensare a quattro piani -, la prima delle quali completamente chiusa ad eccezione del vano di ingresso con un portale in pietra, sul lato orientale, e di una piccola finestra di controllo sul lato meridionale. La parte di questa elevazione fino al primo marcapiano costituisce il basamento della torre con la tipica forma dei muri a sperone.

La seconda elevazione presenta invece tre finestre sui lati settentrionale, orientale e meridionale della torre rimanendo, quindi, il lato occidentale della struttura completamente chiuso.

L’edificio termina con la merlatura che fa da coronamento alla copertura piana del tetto: immediatamente al di sotto dei merli, nella facciata meridionale della torre, fuoriescono due grosse mensole in pietra, ricordo di un sistema di difesa a caditoia.

All’interno la torre presenta un vano per ogni elevazione, collegati fra loro da una scaletta ricavata nello spessore murario - nei muri orientale e settentrionale - dotata di feritoie: secondo la tradizione orale, nelle fondamenta della torre esisteva una cisterna scavata nella viva roccia, indispensabile elemento per la sussistenza degli occupanti in caso di assedio. La stanza al piano terra, adibita in un primo tempo a magazzino, venne successivamente trasformata in cappella - dedicata a san Giuseppe -: al primo si nota invece la presenza di un camino, segno che la stanza veniva utilizzata come alloggio. Questi particolari inducono a pensare che la torre fosse preesistente alla masseria

e che al tempo stesso costituisse organismo di controllo del territorio.

 

La cappella di san Giuseppe al piano terra della torre (foto S. Farinella©)
La cappella di san Giuseppe al piano terra della torre (foto S. Farinella©)

Il baglio

 

Il cortile racchiuso dall’intero complesso, e sul quale si aprivano gli edifici e le strutture, era articolato con gradoni in maniera tale da raccordare le varie differenze di quota dovute particolare morfologia del terreno. La pavimentazione era in acciottolato con ricorsi in selci di pietra locale, così come vuole la tradizione costruttiva del luogo, e si coniugava felicemente con l’aspetto naturalistico dovuto alla presenza della roccia naturale sulla quale trovava posto l’intero complesso. Luogo di disimpegno degli ambienti e delle attività della masseria, il baglio costituiva anche il luogo deputato alle riunioni serali fra gli addetti al termine delle mansioni alle quali gli stessi erano preposti durante il giorno.

 

Gli ingrottati e le strutture esterne

 

L’intensa attività rurale della masseria fortificata, peraltro espletata fino alla metà del XX secolo, è testimoniata dalle strutture - in parte naturali e in parte manufatte - sparse nelle immediate vicinanze del complesso monumentale. Le strutture naturali sono costituite da grotte di varia dimensione, alcune delle quali scavate dall’uomo nel costone roccioso, altre costituite da anfratti naturali dello stesso costone, che venivano utilizzate prevalentemente come riparo per i pastori: i manufatti presenti nell’intorno, invece, erano costituiti da ovili in pietrame - le cosiddette mànnare - per il ricovero degli armenti, e da pagliai formati da una bassa struttura in pietrame a secco con copertura in legno e frasche, utilizzati per il ricovero degli addetti alle greggi.

 

Oggi l’antica masseria feudale fortificata di Bordonaro Soprano si presenta come un rudere, degradata in più punti e semidiroccata a causa dei crolli o della asportazione del materiale lapideo: di molte strutture rimangono solamente le fondamenta, a ricordo della sua presenza. La maggior parte delle coperture delle strutture architettoniche hanno subìto l’inevitabile crollo dovuto al deterioramento delle travi lignee e dell’ordito che sorreggevano il tetto: anche le murature portanti sono crollate sotto il peso dei secoli, e di esse rimane solamente la traccia delle fondamenta.

Anche le strutture che si trovavano esternamente al complesso architettonico - ovili, pagliai - sono del tutto irriconoscibili, essendo rimasti solamente cumuli di macerie.

L’unica struttura apparentemente intatta è la torre che svetta sul costone roccioso: tuttavia essa presenta numerose tracce di degrado e di dissesto strutturale, diverse lesioni su tutte le facciate che evidenziano il pericoloso stato di precarietà della struttura. La merlatura del tetto è per la maggior parte diruta, anche se ancora riconoscibile nelle sue forme essenziali, mentre le volte di copertura dei vani interni presentano notevoli tracce di cedimento e la scala di collegamento fra il primo e il secondo livello risulta totalmente impraticabile. Nonostante l’apposizione di tiranti in ferro in epoca imprecisata in corrispondenza delle imposte delle volte, la struttura si presenta fortemente degradata e prossima al collasso.

 

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