Pesi e misure in uso a Gangi fra Ottocento e Novecento

di Salvatore Farinella©, testo inedito tratto da Gangi. Il tempo della spiga. Tradizioni e memorie della civiltà contadina e della vita quotidiana nel borgo madonita. Abitudini, saperi, costumi, tradizioni popolari e gastronomiche, eredità materiali e immateriali fra Ottocento e Novecento (in corso di lavorazione)

Tabella dei pesi e delle misure, 28 aprile 1862, facciata della chiesa madre (foto S. Farinella©)
Tabella dei pesi e delle misure, 28 aprile 1862, facciata della chiesa madre (foto S. Farinella©)

Le tradizioni e le memorie antropologiche di Gangi riguardano diversi argomenti: fra questi vi è senza dubbio il sistema di misura e di pesatura in uso nel periodo che consideriamo (dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento). Sistemi che, seppure superati, rimangono tutt’oggi nel gergo popolare a significare come perfino questi elementi sono divenuti parte della tradizione locale.

L’Unità d’Italia del 1861 condusse, fra le altre cose, al passaggio delle antiche misure in vigore nel Regno delle due Sicilie - il Sistema metrico Siculo (1)- sistema di misure internazionale su base decimale già in uso in Francia, il Sistema metrico decimale: una sorta di atto dovuto necessario a rendere il linguaggio delle misure e dei pesi unico in tutto il neonato Regno d’Italia. Testimonianza di tale unificazione metrica è una lapide in marmo datata 28 aprile 1862 riportante il Ragguaglio tra le antiche misure col metrico decimale, murata in un portale “cieco” nella facciata principale della chiesa madre di Gangi, direttamente prospettante sulla piazza cittadina alla bella vista di coloro che frequentavano il centro vitale del borgo e che di quelle misure potevano essere i diretti interessati (2). La tabella riporta i seguenti raffronti:

Ragguaglio tra le antiche misure col metrico decimale (elaborazione di S. Farinella©)
Ragguaglio tra le antiche misure col metrico decimale (elaborazione di S. Farinella©)

Tuttavia, come sempre avviene nel cambio da una cultura a un’altra, il retaggio dei tempi passati rimase in uso ancora per parecchi decenni. Così scriveva infatti nel 1893 - a distanza di trent’anni dall’introduzione del nuovo sistema - un ingegnere: «La diffusione del sistema metrico decimale cammina tanto lentamente, che per fare sparire del tutto le vecchie misure ci vorranno parecchie altre generazioni … Le piccole contrattazioni di generi per uso famiglia, le contrattazioni giornaliere, che in confronto alle grosse contrattazioni rappresentano un numero strabocchevole, si fanno tutte con le vecchie misure» (3).

Così fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, nonostante fossero trascorsi diversi anni dall’introduzione del nuovo sistema, si continuò ancora a usare i vecchi sistemi di misurazione, tanto che divennero materia di alcuni modi di dire - un cantàru cìntu rùtuli - o addirittura rimasero nelle consuetudini della gente fino ai giorni nostri - ancora oggi nella vendita dei terreni, per esempio, si usa stimare il prezzo in salme e tùmuli, anziché in ettari e centiare -.

Le antiche misure del Regno di Sicilia rimaste in vigore nell’uso quotidiano furono dunque riassettate dal Codice Metrico Siculo del 1812 in un sistema unico da padre Giuseppe Piazzi, da padre Domenico Marabitti e dall’abate Paolo Balsamo, giusto quanto aveva decretato re Ferdinando III di Borbone, per la Grazia di Dio re delle Due Sicilie, ossia che «dal primo di Gennajo 1811, in poi Pesi e Misure saranno sempre le stesse, ed uniformi in tutto il Regno, senza differenza da Vallo a Vallo, e da Città a Città, derogando con la presente Legge ad ogni uso, consuetudine e privilegio in contrario … Non potrà alcuno valersi di altgri pesi, né di altre misure, che delle qui sotto descritte, giusta il sistema e gli Esemplari-Maestri della Canna, e della Catena per la misura delle terre: del Cubo vacuo del Palmo del Rotolo e sue parti, a Noi presentati dalla Deputazione anzidetta» (4). Nell’adozione di tale Sistema, il borgo di Gangi dipese dalla Deputazione di Nicosia, dov’erano depositati i campioni o modelli originali per pareggiare le misure (5). Tuttavia nel passaggio al Sistema metrico decimale alcune misure (soprattutto per le terre) presentarono una diversa grandezza dovute probabilmente alla diversità delle antiche misure registrate comunità per comunità prima del Sistema metrico siculo (6).

Diversamente invece avvenne per la moneta, la lira introdotta con l’Unità d’Italia - rimasta in vigore fino al 2002 quando venne sostituita dall’euro - che soppiantò immediatamente l’antica moneta - l’onza -, anche perché quest'ultima riproduceva l’effigie del nuovo Sovrano.

Note

 

1 Si veda il Codice Metrico Siculo diviso in due parti, Catania 1812, a cui si farà costante riferimento.

2 L’esposizione delle tavole di ragguaglio fra le vecchie misure e le nuove venne imposta con la legge del 28 luglio 1861 n. 132 sui pesi e misure.

3 F. Nicita, Tavole di Ragguaglio dei Pesi e delle Misure già in uso nelle Provincie Siciliane, Ragusa 1893, cit. in M. Panebianco, Antichi pesi del Sud Italia, 2010, p. 22, nota 2.

4 Codice Metrico Siculo, cit., parte I, pp. 23-24.

5 Ivi, p. 73. Ancora oggi esistono nell’abside esterna della chiesa cattedrale di Nicosia, incise nei conci di pietra, i modelli dei pesi e delle misure.

6 Si cfr. per la riduzione delle misure per Gangi il Codice Metrico Siculo, cit., parte II, p. LXXIV.