Breve guida alla processione dello Spirito Santo a Gangi con commento all’iconografia dei Santi
di Salvatore Farinella©, testo inedito tratto da S. Farinella©, Il giorno dello Spirito Santo a Gangi. Culto, festa e processione fra storia e tradizione con una guida alla processione e all’iconografia dei Santi, in attesa di pubblicazione
Ordine delle statue nella processione dello Spirito Santo, chiese di provenienza e commento iconografico
1. San Giovanni Bosco e san Domenico Savio
(chiesa di San Giuseppe, Confraternita di San Giuseppe)
Il simulacro raffigura san Giovanni Bosco che paternamente accoglie san Domenico Savio e un altro ragazzo: di recente fattura, il gruppo statuario è di autore ignoto.
Giovanni Bosco (Castelnuovo d’Asti 1815-Torino 1888) è considerato l’Apostolo dei giovani: fu il fondatore dei Salesiani ed è patrono degli educatori, degli studenti, dei giovani e degli editori. È celebrato il 31 gennaio.
Domenico Savio (Riva di Chieti 1842-Mondonio Asti 1857) fu il discepolo che più degli altri incarnò gli insegnamenti di san Giovanni Bosco: è protettore dei chierichetti, dei cantori e delle gestanti.
2. Maria SS. Ausiliatrice
(chiesa di San Giuseppe, Confraternita di San Giuseppe)
Il simulacro raffigura la Vergine che tiene in braccio il Bambino ed è di autore ignoto.
Auxilium Christianorum, “Aiuto dei Cristiani”, è il titolo dato alla Vergine Maria dal papa san Pio V (1566-1572) che le affidò le armate e i destini dell’Occidente e della Cristianità minacciati dai Turchi, vinti nella grande battaglia navale di Lepanto del 1571. Il culto a Maria SS. Ausiliatrice venne ravvivato da san Giovanni Bosco che pose la sua opera di educatore proprio sotto la protezione della Vergine aiuto dei Cristiani.
3. Madonna del Parto
(chiesa della SS. Trinità, Confraternita della Madonna del Divin Parto)
Il simulacro, di autore ignoto e di recente fattura, raffigura la Vergine in piedi mentre tiene in braccio il Figlio appena nato.
Essa è protettrice delle gestanti e delle mamme che hanno appena partorito, ma anche di coloro che hanno avuto un parto travagliato.
4. San Francesco Saverio
(chiesa della SS. Trinità, Confraternita della Madonna del Divin Parto)
Il simulacro è di fattura piuttosto recente e mostra il Santo in abito gesuitico e col Crocifisso in mano nell’atto di evangelizzare. Nato nel 1506 da nobili genitori nel castello di Xavier, nella regione di Navarra in Spagna, Francesco venne inviato come studente a Parigi per prepararsi alla carriera ecclesiastica: qui conobbe Ignazio di Loyola e fece parte del nucleo che fondò la Compagnia di Gesù (i Gesuiti). Divenne missionario in India, in Giappone e in Cina dove morì nell’isola di Sancian nel 1552. Il papa Paolo V lo canonizzò nel 1622 e la sua memoria ricorre il 3 dicembre: è patrono dei missionari e dei marinai.
5. Sant’Alberto
(chiesa del Carmine, Confraternita di Maria SS. del Carmelo)
Il simulacro mostra il Santo in età giovanile nell’abito carmelitano marrone con scapolare bianco, mentre tiene sul petto un libro aperto: l’autore e l’epoca della statua rimangono ignoti.
Erroneamente scambiato per sant’Alberto magno (santo e vescovo domenicano vissuto nel Duecento), il Santo che si venera nella chiesa del Carmine di Gangi è sant’Alberto degli Abati nato a Trapani fra il 1250 e il 1257 e morto a Messina nel 1306. Governò la provincia carmelitana di Sicilia come padre provinciale ed è considerato patrono e protettore dell’Ordine dei Carmelitani. La sua memoria si celebra il 7 agosto. Il suo culto a Gangi, come quello degli altri Santi dell’Ordine, risale alla presenza dei Carmelitani nel paese documentata fin dal XV secolo.
6. Santa Teresa d’Avila
(chiesa del Carmine, Confraternita di Maria SS. del Carmelo)
Il simulacro, di epoca e autore ignoti, raffigura Teresa nell’abito carmelitano, in atteggiamento mistico mentre tiene fra le mani il Crocifisso avvolto in un serto di rose.
Canonizzata nel 1622 e proclamata Dottore della Chiesa, Teresa Sánchez de Cepeda Ávila y Ahumada nacque ad Avila in Spagna nel 1515: giovanissima entrò nel Carmelo della sua città. Fu la fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani Scalzi, fondò diversi monasteri e concepì la riforma dell’Ordine dei Carmelitani. Morì ad Alba de Tormes, in Spagna, nel 1582: la sua memoria è il 15 ottobre ed è considerata protettrice dei malati, dei cordai, degli scrittori e degli orfani.
7. Santa Venera
(chiesa di Santa Venera nella contrada omonima in territorio di Sperlinga, Confraternita Anime Sante del Purgatorio)
Il simulacro la mostra nell’iconografia tradizionale con la palma del martirio e il Crocifisso nelle mani: sia l’epoca che l’autore della statua rimangono ignoti. La statua di Santa Venera è conservata nella piccola chiesa della contrada omonima ricadente nel territorio di Sperlinga abitata da gangitani.
Conosciuta anche come Veneranda o Venerina, santa Venera sarebbe nata nell’anno 100 nei pressi dell’odierna Acireale da due nobili cristiani, Agatone e Ippolita, trasferitisi dalla Gallia prima a Roma e poi ad Aci-xifonia: tuttavia non esistono notizie documentabili sull’esistenza storica di questo personaggio e si pensa che santa Venera sia nata dalla devozione popolare nel tentativo di sostituire il culto pagano locale della dea Venere. Si celebra il 26 luglio e il 14 novembre.
8. Santa Lucia
(chiesa di Santa Lucia, Confraternita Anime Sante del Purgatorio)
Il simulacro, di epoca ottocentesca, raffigura la Santa eretta, avvolta da un mantello e con alle mani i suoi simboli iconografici consueti, il libro del Vangelo e il piatto con gli occhi.
Vergine e martire nata a Siracusa nel III secolo, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano il 13 dicembre dell’anno 304. È patrona dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e la sua memoria si celebra il 13 dicembre.
9. Santa Veronica Giuliani
(chiesa di Piedigrotta, Confraternita delle anime Sante del Purgatorio)
Il simulacro, di epoca ottocentesca e di autore ignoto, raffigura la Santa in ginocchio e in estasi col Crocifisso al petto e il cuore trafitto nelle mani segnate dalle stimmate.
All’anagrafe Orsola Giuliani, nacque nel 1660 a Mercatello presso Urbino: all’età di diciassette anni entrò tra le suore Clarisse di Città di Castello dove visse per cinquant’anni, assumendo il nome di Veronica. È una delle più grandi mistiche della storia della Chiesa. È santa dal 1839 e la sua memoria è il 9 luglio.
10. Madonna delle grazie
(chiesa di Piedigrotta, Confraternita delle anime Sante del Purgatorio)
Il simulacro, di autore ignoto di epoca ottocentesca, mostra la Madonna nella consueta iconografia mentre porge al Bambino il seno, simbolo appunto delle grazie elargite dalla Vergine.
Quello “delle grazie” è uno dei titoli attribuiti alla Madonna: nella devozione popolare Maria è vista come la Regina di tutte le Grazie, ossia come Colei che intercede per far si che Dio conceda qualsiasi grazia. Anticamente la commemorazione della Madonna delle grazie avveniva il Lunedì in albis, mentre oggi si celebra il 2 luglio.
11. San Sebastiano
(chiesa madre di San Nicolò)
Il simulacro raffigura il Santo nell’iconografia classica, legato seminudo a un tronco d’albero e trafitto dalle frecce. La statua risale probabilmente al Seicento o al primo Settecento, tranne la testa che venne rifatta successivamente forse da Filippo Quattrocchi (XVIII-XIX secolo).
Nato intorno al 263, Sebastiano sarebbe stato tribuno della prima coorte della guardia imperiale a Roma, ma a causa della sua fede cristiana l’imperatore Diocleziano lo condannò a morte: legato al tronco di un albero, in aperta campagna, Sebastiano venne saettato da alcuni commilitoni intorno all’anno 304. Egli è venerato il 20 gennaio ed è considerato patrono degli arcieri e archibugieri, dei tappezzieri, dei fabbricanti di aghi e dei vigili urbani: era anche protettore dalle pestilenze.
12. San Luigi Gonzaga
(chiesa madre di San Nicolò)
Il simulacro lo ritrae giovanissimo con l’abito nero dei Gesuiti e la cotta: è un’opera databile fra la fine del Settecento e i primi dell’Ottocento, attribuibile allo scultore palermitano Girolamo Bagnasco.
Figlio di Ferrante Gonzaga, duca di Mantova, Luigi nacque a Castiglione delle Stiviere il 19 marzo del 1568: scelse la sua strada decidendo di entrare nella Compagnia di Gesù, lottando tuttavia due anni contro il padre. Rinunciò al titolo e all’eredità ed entrò nel Collegio romano dei Gesuiti, dedicandosi agli umili e agli ammalati: morì nel 1591 a soli 23 anni. Canonizzato nel 1726, Luigi è ricordato il 21 giugno ed è considerato patrono dei giovani.
13. Sant’Eligio vescovo
(chiesa madre di San Nicolò)
Il simulacro è riconducibile alla mano dello scultore gangitano Filippo Quattrocchi ed è databile alla seconda metà del Settecento: il Santo è vestito con i paludamenti vescovili e dotato di mitra e pastorale, mentre ai suoi piedi è il classico putto alato che regge un libro.
Eligio nacque a Chaptelat (presso Limoges in Francia, in Normandia) intorno al 590. Figlio di gente modesta, sotto il re Clotario II diresse la zecca di Marsiglia e sotto re Dagoberto I (623-639) venne chiamato a corte come ambasciatore. Eligio scelse però la vita religiosa, e il 13 maggio 641 venne consacrato vescovo di Noyon-Tournai dove s’impegnò nella evangelizzazione nel Nord della Gallia, morendo nel 660. È considerato patrono degli orafi e di tutti gli artigiani dei metalli, dei carrettieri, dei netturbini, dei mercanti di cavalli, dei maniscalchi: la sua memoria ricorre il 1° dicembre.