La torre detta "dei Ventimiglia" a Gangi fra "pinnaculum", Cavalieri di Malta e altri abbagli storici, passando dalla fondazione di Gangi e da uno stemma araldico di stravagante lettura: risposta a Mario Siragusa su discutibili, presunte "certezze" - 1^ Parte

di Salvatore Farinella©, testo inedito - dicembre 2014

La torre cosiddetta "dei Ventimiglia" (foto S. Farinella©)
La torre cosiddetta "dei Ventimiglia" (foto S. Farinella©)

 Ricapitolando, secondo le «chiare testimonianze» che sono state prodotte dall’articolista, la torre sarebbe stata campanile, torre signorile e feudale dei Ventimiglia, sede dei Cavalieri di Malta, carcere dell’Inquisizione e infine torre campanaria dei Ventimiglia [sic]: tutto fuorché torre civica - prima che divenisse torre campanaria della chiesa madre, ossia nei secoli XIV-XV e parte del XVI - come da mia ipotesi. Ma, ci chiediamo, dove sono le tanto invocate prove documentali a sostegno di tali affermazioni? Secondo quali documenti la “tradizione” indica tali funzioni per la nostra torre? O occorrono documenti solo per provare la sua funzione di torre civica da me proposta? Come si vede chiaramente, siamo nel campo delle ipotesi ricostruttive, tanto nell’uno quanto nell’altro caso: ma mi pare che l’articolista manchi di coerenza interna, ossia di quella particolare condizione che garantisce la logicità fra le parti in uno scritto.

 

La funzione di campanile della chiesa madre è documentata per la nostra torre a partire dalla seconda metà del XVI secolo, per cui nulla sappiamo delle sue possibili funzioni precedenti: una funzione feudale o signorile residenziale sembra tuttavia improbabile, visto che la torre presenta un solo vano per piano e che i Ventimiglia potevano più comodamente risiedere nel loro castello ubicato più a monte (e del resto una funzione di sola rappresentanza per il feudatario parrebbe eccessiva); da quanto si dirà appresso riferendosi ai Gerosolimitani, la torre non fu affatto sede dei Cavalieri di Malta giacché, oltre all’assenza di documentazione probante, non c’è alcun nesso (nemmeno strutturale) con la sede gangitana dell’Ordine identificata dai documenti nella chiesa di San Giovanni Battista, parecchio distante dalla torre; nessun documento noto attesta poi una funzione di carcere dell’Inquisizione; infine è improbabile che la torre possa essere stata «torre campanaria dei Ventimiglia» (i quali, evidentemente, non avevano da suonar campane). Del resto appare riduttiva per la nostra torre una origine di mero campanile, data la sua struttura architettonica e il suo carattere aulico.

 

Chiesa della Misericordia e "torre civica" a Petralia Sottana (foto da web)
Chiesa della Misericordia e "torre civica" a Petralia Sottana (foto da web)

Se dunque l’articolista ammette tutte queste ipotesi di funzioni per la nostra torre (in barba alla inesistente documentazione), non si comprende perché non possa ritenere valida una funzione di torre civica prima di quella di campanile a servizio della chiesa (ossia prima della metà del XVI secolo).

A sostegno della mia ipotesi porto alcuni esempi analoghi di torri civiche o logge o tocchi, poi divenuti torri campanarie, in centri molto più vicino a noi di quanto non creda l’articolista: a Petralia Sottana, per esempio, si ha «la chiesa della Misericordia e la bella Torre Civica con il suo orologio e, molto più tardi, anche con la sua meridiana; insieme, costituivano un particolare suggestivo angolo della piazza» (cito Francesco Figlia, Il Seicento in Sicilia: aspetti di vita quotidiana a Petralia Sottana, Terra feudale, Palermo 2008, p. 20). E anche per la torre di Gangi è ampiamente documentata l’esistenza di orologi fin dal Seicento.

 

Torre di Nicosia (foto S. Farinella©)
Torre di Nicosia (foto S. Farinella©)

Anche nella vicina Nicosia, che l’articolista addita come esempio di «campanili di chiese, accostati architettonicamente alla nostra torre campanaria, [che] presentavano una guglia o pinnacolo sulla loro sommità ...[e che] (in riferimento a quest’ultimo, una tradizione, riportata dal Nasello in “Engio e Gangi” (ndr, Palermo, 1982, p. 72) narra che i suoi costruttori avessero in precedenza lavorato all’edificazione della torre dei Ventimiglia di Gangi», l’ipotesi di una torre civica appare più che pertinente: riporto quanto alcuni studiosi hanno recentemente affermato, ossia «l’ipotesi che il campanile sia stato soprelevato su una preesistente costruzione isolata a pianta quadra aperta sui quattro lati, utilizzata quale loggia pubblica … [e che] la chiesa si sarebbe congiunta alla loggia solo in un secondo tempo, probabilmente alla fine del XVI secolo, quando fu eseguito un prolungamento dell’aula e la ricollocazione degli elementi di facciata» (cito M. Liuzzo, Nicosia in età aragonese: l’architettura quale emblema dell’orgoglio civico, in Architettura in età aragonese nel Val Demone, a cura di L. Andreozzi, Università degli Studi di Catania, Roma 2007). Una torre che rappresentava «una manifestazione tangibile di orgoglio civico cittadino». Interessanti sono anche due note in fondo al testo (la n. 18 e la n. 19 di p. 65), laddove si afferma che nella loggia pubblica (poi campanile) di Nicosia «si bandivano e si affiggevano gli editti pubblici, e si dice che vi eseguissero le pene capitali» e che «sono diversi gli esempi di città demaniali, quali Gangi [sic, Gangi era un borgo feudale] o Enna, che hanno trasformato i loro tocchi a quattro fornici in campanili di chiese, appositamente costruite in aderenza».

Una terza citazione che voglio proporre a sostegno della funzione di torre civica da me ipotizzata è quella che afferisce a una Relazione che Francesco Valenti elaborò in occasione di un progetto di restauro della nostra torre: una relazione che, come si vedrà appresso, l’articolista utilizza nel suo scritto solo per la parte che gli è più congeniale (quella relativa ai Cavalieri di Malta di cui si parlerà), omettendo di citare invece quella che propongo. Scrisse infatti il Valenti che le due torri di Nicosia e di Gangi sorsero «come costruzioni civili» (cito la Relazione del Valenti, manoscritto Biblioteca Comunale Palermo, 5Qq, E, 142, p. 5 e p. 4): come si vede da questo e dagli altri esempi che ho riportato, la mia ipotesi che almeno fino alla metà del XVI secolo la torre di Gangi potesse svolgere funzioni pubbliche non è del tutto peregrina.

 

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