1 gennaio 1926. "L’assedio" di Gangi e il Prefetto “di ferro” Cesare Mori                                                    Nuovi documenti sul dopo assedio, fra cittadinanze onorarie, voti di plauso e lettere autografe, nel 90° anniversario degli eventi

di Salvatore Farinella©, testo inedito, 1 gennaio 2016

(questo testo è stato composto fra la metà di dicembre 2015 e il 1° gennaio 2016 per fare memoria degli eventi, da storico, nel 90° anniversario dell'assedio: esso tuttavia è stato postato qualche giorno dopo per rispetto di un convegno sul medesimo argomento che si svolgeva il 3 gennaio successivo)    

Pagina della "Domenica del Corriere" del gennaio 1926 (immagine da web)
Pagina della "Domenica del Corriere" del gennaio 1926 (immagine da web)

Alcuni documenti inediti dell’epoca - delibere consiliari, corrispondenze con firme autografe, telegrammi, encomi e offerte di cittadinanze onorarie - tratteggiano il clima entusiastico dell’Amministrazione Comunale e delle autorità nei giorni e nei mesi immediatamente seguenti la dura repressione del Prefetto “di ferro”: la nuova Amministrazione Comunale (Giunta e Consiglio) si era insediata nel novembre 1925, Sindaco e Presidente del Consiglio eletto il barone Giuseppe Emanuele (non Emilio) Sgarrai [14], che sembra avesse intrattenuto rapporti col Ferrarello il quale aveva agevolato la sua elezione a Sindaco [15]. Ecco di seguito i documenti più interessanti di quella vicenda che descrivono - con grande enfasi non disinteressata da parte dello Sgadari che riacquisiva in tal modo una verginità altrimenti perduta - l’azione repressiva e l’entusiastica adesione degli amministratori locali.

 

- Telegramma del Capo del Governo Benito Mussolini al Prefetto Cesare Mori del 7 gennaio 1926 [16]

«Prego compiacersi disporre sia subito stampato ed affisso capoluogo e frazioni di codesto comune seguente telegramma di sua Eccellenza presidente consiglio Ministri. Prefetto Mori Palermo.

“Durante il mio viaggio in sicilia [sic] dissi in una pubblica piazza dinanzi a gran folla di popolo acclamante che bisognava liberare nobile popolazione siciliana dalla delinquenza rurale dalla maffia. Veggo che dopo operazione provincia Trapani V(ostra) S(ignoria) continua magnificamente l’opera nelle madonie [sic] stop

Le esprimo il mio vivo altissimo compiacimento e la esorto a proseguire sino in fondo senza riguardi per alcuno in alto o in basso stop

Fascismo che ha liberato Italia da tante piaghe cauterizzerà se necessario col ferro e col fuoco la piaga della delinquenza siciliana stop

Cinque milioni di laboriosi patriottici siciliani non devono più oltre essere vessati taglieggiati derubati e disonorati da poche centinaia malviventi stop

Anche questo problema deve essere risolto e sarà risolto stop

Autorizzo V(ostra) S(ignoria) rendere pubblico questo dispaccio nei giornali locali. Mussolini stop”. Prefetto Mori».

 

- Delibera del Consiglio Comunale n. 1 del 14 gennaio 1926: Voto di lode [17]

«Il Presidente […] sente il dovere di informare il Consiglio della energica azione della P(ubblica) S(icurezza) iniziata il 1° gennaio 1926, che ha avuto per risultato la costituzione o la cattura di tutti i latitanti del territorio, che da tempo, con gesta criminose, hanno terrorizzato questa popolazione ed hanno reso malsicure le nostre ubertose campagne, impedendo all’onesto agricoltore di esplicare con tranquillità tutta la sua sudata opera, da cui deriva la principale ricchezza della nostra bella Sicilia eminentemente agricola. Dice che il popolo deve essere grato al Governo fascista, personificato nella ferma volontà del Duce, che ha fornito tutti i mezzi perché la P(ubblica) S(icurezza) potesse in breve tempo raggiungere lo scopo ed anche perché il suo Governo per la prima volta, ha addimostrato di prendere veramente a cuore le sorti della nostra terra, che per il passato è stata negletta ed abbandonata.

Il Grande Ufficiale Comm(endatore) Cesare Mori, che sì degnamente regge le sorti della nostra Provincia fu affidata l’alta direzione delle operazioni, che sì brillantemente si sono svolte ed egli con quella energia e tenacia di cui tante volte ha dato prova lo condusse in breve tempo a compimento. 

In questa grande opera di risanamento morale, tutti i funzionari cui fu ordinato di agire diedero prova di coraggio, tatto, sagacia, intelligenza ed io nel proporvi di deliberare un sentito voto di plauso al Governo Nazionale ed un altro al Sig(nor) Prefetto gran(de) Uff(iciale) Cesare Mori, vi prego anche di deliberare simile voto per i funzionari che sì degnamente si diportarono nello svolgimento dell’operazione sudetta […]

Il Consiglio […] delibera inviare un voto di plauso al Governo Nazionale Fascista ed un telegramma al suo degno capo, Benito Mussolini, che con ordini severi e precisi ha ottemperato all’impegno d’onore risanando queste nostre belle ubertose campagne vessate, sino ad ieri, da organizzazioni criminose; 

un voto di plauso al Prefetto di Palermo, Gran(de) Uff(iciale) Cesare Mori, fiero soldato della legge, interpretando fedelmente gli ordini del Governo Nazionale ha saputo affrontare la grave situazione riuscendo in pochi giorni a far trionfare l’imperio della legge;

un voto di riconoscenza al Questore di Palermo Comm(endatore) Antonio Crimi che, coadiuvato al Maggiore dei R(eali) C(arabinieri) Artale Cav(aliere) Giuseppe ha saputo disporre brillantemente i servizi di battuta ed in ispecie al Comm(issario) di P(ubblica) S(icurezza) Sig(nor) Spanò Francesco che, da tempo, sprezzante di qualsiasi pericolo, tra gravi disagi e considerevoli fatiche con attività, zelo, sagacia non comune è riuscito ad imporsi a non pochi pericolosi latitanti costituiti in banda armata, obbligandoli alla resa;

un voto di riconoscenza al Comm(issario) aggiunto Dott(or) Sigillò Giuseppe che dividendo tutti i disagi e le fatiche del Comm(issario) Spanò ha prestato anch’egli opera instancabile, intelligente ed ammirevole per la riuscita del servizio;

un voto di riconoscenza ai Capitani dei R(eali) C(arabinieri) Sig(nori) Amato Francesco comandante la compagnia di Cefalù e Congedo Giuseppe, Comandante la Compafnia mobile dei R(eali) C(arabinieri) di Petralia Sottana; ai Tenenti dei R(eali) C(arabinieri) Cataldo Alessandro Comandante la Tenenza di Petralia Sottana, Mastella Adolfo Comandante il raggruppamento dei R(eali) C(arabinieri) Di Petralia Sottana, Maroci Cesare comandante la Tenenza di Castelbuono nonché al Sig(nor) Panzica Capo manipolo della M(ilizia) V(olontari) S(icurezza) N(azionale) per avere con ogni energia saputo infondere nello animo dei dipendenti militari l’alto nutrimento del dovere e del sacrificio;

un voto di plauso al Maresciallo [sic] dei R(eali) C(arabinieri) Averna Francesco, che coadiuvando in tuto i funzionari di P(ubblica) S(icurezza) sopra nominati, si è distinto per intelligenza, tenacia, abnegazione e tatto;

un voto di riconoscenza ai militari tutti ed in ispecie al Marasciallo Lus Angelo Comandante la Stazione di Gangi, alla M(ilizia) V(olontari) S(icurezza) N(azionale) agli agenti di P(ubblica) S(icurezza) che concorsero al servizio per l’ammirevole prova data da essi con uno spirito di abnegazione per la riuscita delle brillanti operazioni di polizia».

Il Commissario Spanò e altri agenti di Pubblica Sicurezza durante le operazioni a Gangi (foto tratta da A. Spanò, "Faccia a faccia con la mafia", 1978)
Il Commissario Spanò e altri agenti di Pubblica Sicurezza durante le operazioni a Gangi (foto tratta da A. Spanò, "Faccia a faccia con la mafia", 1978)

Note

 

14 ASCG, Elenco delle firme autografe degli amministratori del Comune di Gangi, 16 novembre 1925, carta sciolta.

15  G. Tessitore, Cesare Mori, cit., p. 118.

16  ASCG, carta sciolta n. 51.

17  Ivi, Fondo delibere del Consiglio Comunale, vol. 23, 1925-1930, p.s.n..

 

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