Sulla chiesa della Catena di Gangi, un appunto "storico"

di Salvatore Farinella©, pubblicato in L'Eco delle Madonie, 25-30 maggio 2001 (testo rivisitato)

Chiesa della Catena
Chiesa della Catena

Scrivere di "Storia", ossia delle cose del nostro passato, non è come fare una passeggiata spensierata all'aria aperta senza tenere conto di tutto ciò che ci circonda: se possiamo tuttavia ammettere la metafora della passeggiata, occuparsi di Storia significa cogliere, fra gli alberi e il cielo, tutta una serie di presenze diverse che contribuiscono a definire nel suo complesso l'intero paesaggio. Sì, perché scrivere di Storia significa assumersi una responsabilità che è quella della fedele tradutio (traduzione, consegna) dei fatti, della corretta trasmisione della memoria di eventi (piccoli e grandi) di cui il passato è stato protagonista e dei quali noi siamo oggi i testimoni: e tale memoria và trasmessa attraverso le "carte della storia".

A proposito del recente articolo apparso sui restauri della chiesa della Catena di Gangi mi preme (da storico) ricondurre le notizie date ai lettori da improvvisati "storiografi" dentro i canali della corretta informazione storica, in maniera tale da collocare al loro giusto posto fatti e circostanze documentate e dare ai veri autori contezza delle loro opere (un pò quel "dare a Cesare quel che è di Cesare").

L'origine di questa nostra chiesa è purtroppo ignota, come ignote sono le origini di gran parte degli edifici religiosi del nostro e di altri borghi: essa è certamente una delle chiese più antiche di Gangi, vuoi anche per il fatto che sorge nei pressi del castello ventimigliano e delle mura di cinta dell'abitato. Da antichi atti del XIV secolo sappiamo però che la chiesa della Catena non era (e non fu mai, almeno fino al rinvenimento di nuovi documenti) parrocchia del borgo: l'unica parrocchia dell'abitato era infatti quella della chiesa madre, eretta fin dall'origine sotto il titolo di san Nicola vescovo di Mira e poi patrono di Bari. L'attuale facciata della chiesa della Catena risale a due diversi periodi: l'artistico portale lapideo venne infatti eseguito nel 1647 (come attestato anche dalla data incisa sulla chiave dell'arco) da mastro Giuseppe Conforto di Castelbuono e da altri valenti scalpellini (come testimoniano le carte d'archivio) (1): le paraste del secondo ordine vennero invece eseguite nella metà del Settecento da maestranze locali. Nel Settecento rileviamo che la torre attigua alla chiesa (dove oggi è l'ingresso secondario all'edificio) era dotata di un orologio ma, come l'altro posto sulla torre detta "dei Ventimiglia", a funzionamento meccanico.

Cappella della Madonna del Rosario, 1590, chiesa della Catena (foto S. Farinella©)
Cappella della Madonna del Rosario, 1590, chiesa della Catena (foto S. Farinella©)

Riguardo all'interno dell'edificio dobbiamo rilevare quanto segue: la cappella della Madonna del Rosario venne eretta nel 1590 dal magnifico Vincenzo de Marco (la data è fra l'altro scritta nel medaglione in stucco sopra l'altare) il quale chiese e ottenne che lì vi fosse anche la sepoltura di famiglia (due piccoli leoni in pietra seminascosti sotto l'attuale altare settecentesco testimoniano la presenza di questo precedente impianto): nessun elemento storico (se non una chimerica tradizione) porta invece a ritenere che le volte e le pareti della chiesa siano state affrescate dal geniale figlio di Gangi, il pittore Giuseppe Salerno vissuto fra i primi anni '70 del Cinquecento e  il 1633. A proposito degli affreschi della volta i documenti ne riconducono infatti la paternità a don Giovanni Nicosia, pittore originario di Caltanissetta immigrato a Gangi nel primo quarto del Settecento e zio materno di Filippo Quattrocchi (2): le pareti della chiesa vennero invece dipinte dal De Caro nel 1816, il cui nome era Salvatore.

Circa gli autori degli stucchi e delle cornici, i documenti parlano di alcuni membri della famiglia gangitana dei Castello, fabbricieri e stuccatori che nel corso di tutto il XVIII secolo ebbero commissioni in quasi tutte le chiese di Gangi (3).

Note

 

1 ACMG, Libri dei conti della chiesa della Catena, vol. 1, anno 1644-45, c. 5, anno 1646-47, c. 7v-8v. L’argomento è trattato in S. Farinella, Gangi. La chiesa di Santa Maria della Catena. Guida alla storia e all'arte, Madonnuzza-Petralia Soprana 2003, p. 27, p. 62-63 e p. 125.

2 Cfr. S. Farinella, Gangi, chiesa di Santa Maria della Catena. Risplendono gli affreschi, in "Rivista della Chiesa Cefaludense", maggio 2001.

3 S. Farinella, La chiesa dello Spirito Santo in Gangi. Fabbricazione, trasformazioni e fatti d'arte dal 1576 attraverso i documenti inediti, Assoro 1999, passim.