Il castello di Regiovanni
di Salvatore Farinella©, tratto da I Ventimiglia. Castelli e dimore di Sicilia, edizioni Editori del Sole, Caltanissetta 2007, p. 263-273
Regiovanni è oggi una masseria rurale a pochi chilometri dal centro abitato di Gangi, verso sud, situata in posizione eminente lungo un’antica via di comunicazione che collegava le Madonie all’interno della Sicilia: il sito è poco discosto dal fiume, affluente dell’Imera Meridionale (oggi Salso), che prende il nome dalla vicina cittadina madonita (Fiume Gangi). All’estremità occidentale di un’imponente cresta rocciosa che si sviluppa per alcune centinaia di metri, durante il periodo medievale sorse un castello rupestre dotato di una serie di ambienti ipogeici raccordati da strutture murarie, molto simile alla vicina fortezza di Sperlinga.
Non sappiamo se le fabbriche superstiti dell’antico maniero di Regiovanni - più propriamente denominato in epoca medievale e tardo medievale con il
toponimo di presunta origine araba Rahal Iohannis o Rakhal Johannis -
possano essere ricondotte all’attività edilizia dei Ventimiglia attuatasi fra il XIII e
il XV secolo: i pochi elementi architettonici non ci consentono infatti di
stabilire una esatta cronologia. Tuttavia, a parte le vestigia di epoche antecedenti l’insediamento della famiglia feudale madonita e alcune tracce potenzialmente riconducibili a periodi
ventimigliani, l’unico elemento che ci riconduce a un possibile intervento dei Ventimiglia è lo stemma araldico in pietra tuttora esistente sul portale d’ingresso e recante la
data MCCCCXVIII (1418), epoca in cui il castello e la baronia di Rahal Iohannis appartenevano al ramo
cadetto dei Conti di Geraci.
L’emblema reca infatti uno scudo, sormontato da un cimiero e racchiuso in una cornice a forma di losanga, e presenta la consueta bipartizione del blasone di famiglia simile a quello che si incontra nelle strutture ventimigliane di Cefalù, Resuttano, Migaido e Roccella: abbiamo voluto perciò considerare questo come un elemento sufficiente per ricondurre l’attuale complesso feudale di Regiovanni all’interno dell’attività edilizia dei Ventimiglia. E ciò non tanto per voler dare una paternità forzatamente ventimigliana a un manufatto che oggi, forse, presenta pochi degli originari elementi riconducibili al periodo feudale considerato, quanto perché questa struttura testimonia in maniera inequivocabile l’importanza che questa fortezza assunse per i Conti madoniti nell’intero sistema difensivo della vasta Contea di Geraci.
“Celebre fortezza con un paese un tempo; siede in un giogo dei colli, che sollevansi dal monte Artesino verso occidente tra il fiume Salso ed il Morello”. Così Vito Amico (1), nel XVIII secolo, scriveva dell’antico castello di Rahal Iohannis. L’origine di questa antica fortezza può farsi risalire all’epoca della Sicilia musulmana potendosi accostare, alla stessa stregua dei castelli di Sperlinga, Gagliano o Guastanella, a quel filone di manieri che furono costruiti in stretta simbiosi con la roccia affiorante unendo alle strutture murarie edificate gli ambienti ipogeici (spesse volte preesistenti) ricavati dall’escavazione della roccia stessa (2). La possibile origine in periodo musulmano della fortezza di Rahal Iohannis è sostenuta dalla maggior parte degli storici che, soprattutto per il toponimo, riconducono la costruzione del castello a quell’epoca (3); la circostanza sembra essere altresì avvalorata dalla presenza in sito di testimonianze riconducibili alla frequentazione di quei luoghi da parte di coloni musulmani. Oltre a vari altri toponimi ancora oggi riscontrabili in questi luoghi (4), la presenza di alcune tombe a fossa scavate nella roccia - simili alla tipologia che si trova ad esempio in Portogallo o in Spagna (5) - conferma infatti se non l’origine araba del castello di Rahal Iohannis quantomeno la frequentazione del sito durante la dominazione musulmana dell’isola.
Per alcuni studiosi il toponimo Rahal Iohannis risulta documentato solamente dal 1273 (6): tuttavia esso appare attestato già dal primo periodo svevo, in quel documento datato 30 aprile 1195 che riguarda l’assegnazione delle divise del tenimento di Geraci alla contessa Guerrera de Craon. Da esso si deduce che la fortezza di Rahal Iohannis con le sue terre o divise non apparteneva alla famiglia de Craon e che confinava con le terre della contea di Geraci (7): il casale di Rahal Johannis ricadeva invece nel Val di Noto e le sue terre formarono il confine settentrionale del vallo con l’adiacente Val Demone. Una conferma a questa evidenza la ritroviamo nella descrizione dei feudi del Val di Noto redatta da Giovanni Luca Barberi nel XV secolo: l’autore include infatti il feudo di Rahal Johannis nel distretto amministrativo denominato Valle di Castrogiovanni (Enna), che era appunto nel Val di Noto. Ed è proprio questo particolare che ci aiuta forse a chiarire l’origine del toponimo del nostro casale.
La lettura di Rahal Johannis come "casale di Giovanni", proposta finora per giustificare una infeudazione del periodo normanno - seppure con richiami a una terminologia araba -, appare infatti particolarmente riduttiva: del resto sfuggono anche i contorni del personaggio dal cui nome avrebbe tratto origine il toponimo, quel "Giovanni" che sarebbe stato forse il primo feudatario del casale. La circostanza che Rahal Johannis ricadeva nel territorio del Val di Noto e, all’interno di questo, nel territorio amministrativo (l’iqlimn) della Valle di Castrogiovanni, porta a pensare come questo casale potesse far parte delle pertinenze di Enna e che potesse dunque portare un toponimo che richiamasse l’abitato capoluogo del distretto amministrativo: del resto, "Castrogiovanni" è il nome moderno del termine latinizzato Castrum Iohannis che corrisponde all’arabo Qasr Yanah. Da qui il passo è breve: Regiovanni potrebbe essere il nome moderno del termine Rahal Iohannis latinizzato in epoca normanna, che potrebbe corrispondere a sua volta all’arabo Rahal Yanah, appunto il "Casale di Enna". Una affermazione dell’egemonia territoriale della cittadina di Enna, se si vuole, nei confronti di territori posti sul confine dei due Valli di cui Rahal Johannis era certamente posto di frontiera.
Note
1 - V. Amico, Dizionario topografico della Sicilia tradotto ed annotato da Gioacchino Di Marzo, Palermo 1855, edizione Sala Bolognese 1983, vol. II, p. 400.
2 - Cfr. F. Maurici, Castelli medievali in Sicilia. Dai bizantini ai normanni, Palermo 1992, p. 36.
3 - Si confrontino le notizie sul castello di Rahal Iohannis riportate dai vari autori che dal XVI ad oggi si sono occupati della storia di Sicilia.
4 - Ancora oggi esistono delle contrade attorno a Regiovanni i cui toponimi riecheggiano origini saracene: Casalgiordana, Gurfi (per la presenza di grotte, in arabo denominate appunto gurfa), Ramata, ecc...
5 - Cfr. E. Loyola, Necropolis altomedievales en el Alto Ebro, in Atti del colloquio internazionale di archeologia medievale, Palermo 1976, p. 366 e segg.. Molto simili appaiono le tombe di Regiovanni alle sepolture di origine araba riscontrate dall’autore nell’alta valle dell’Ebro.
6 - Cfr. G. e H. Bresc, L’habitat sicilien Médiéval: prospection dans le territoire des Madonies (22-30 juillet 1983), in Structures de l’abitat et occupation du sol dans les pays méditerranéens. Les méthodes et l’apport de l’archéologie extensive, Castrum 2, Rome-Madrid 1988, p. 65. Gli autori citano un documento del 1273 nel quale un certo Guglielmo di Rahaljohanne (Guglielmo de Jeremia ?) viene investito cavaliere, pur intravedendo un'origine normanna del sito. Il documento è riportato in I. Mazzoleni, Gli Atti perduti della Cancelleria angioina, I, Roma 1939, citato dagli stessi autori. Il Maurici, Castelli, cit., p. 121, citando G. ed H. Bresc, analogamente riporta che il toponimo di Rahal Iohannis viene documentato solo dal 1273 non considerando invece, come anche i coniugi Bresc, il documento del 1195 di assegnazone delle divise di Geraci alla contessa Guerrera de Craon dove già il toponimo risulta largamente in uso.
7 - Cfr. il testo del documento riportato in E. Mazzarese Fardella, Il Tabulario Belmonte, Palermo 1983, doc. n. 2, pa. 5 e segg. .