La chiesa della Catena a Gangi. Note storiche fra ombre e certezze
di Salvatore Farinella©, pubblicato in L'Eco delle Madonie, 13-19 luglio 2001
La Terza Pagina dell'Eco delle Madonie, nella settimana dal 15 al 21 giugno scorso [2001] ha riportato un articolo sulla chiesa di Santa Maria della Catena di Gangi "tratto (si legge) da un documento informativo del 1947": si tratta di una sintesi sulla sintesi e sul patrimonio artistico dell'antica cjoesa della cittadina madonita, nella quale vengono date alcune notizie di carattere storico. L'articolo segue di poche settimane l'appunto storico sull'argomento da me fatto a un precedente servizio che, amio giudizio, dava notizie infondate e non veritiere su qeusta nostra chiesa: e leggendo ora l'intero "documento informativo" il giudizio che avevo espresso in quella occasione appare ancora più fondato, dato che le notizie fornite in questo nuovo articolo dal titolo La chiesa della Catena. Nella storia, nell'arte, nel culto non reggono al vaglio dei documenti storici. Tuttavia non era nelle mie intenzioni alimentare polemiche "storiche" sulla chiesa della Catena (e non lo è tuttora), ma la preoccupazione che le informazioni fornite ai lettori in quel contesto non fossero rispondenti alla realtà storica mi ha condotto a proporre quella nota critica, riproponendo le stesse notizie storiche sulla base di documenti d'archivio: malgrado ciò con la pubblicazione integrale del "documeto informativo del 1947" si vuole continuare a sostenere la corretteza di una informazione che corretta invece non è.
Poiché sono stato invitato e sollecitato a rispondere alla Terza Pagina del periodico citata in premessa, è con piacere e con la rigorosità dello storico (contraddistinta da più di un ventennio dedicato a studi e ricerche sulla storia e sull'arte del nostro centro) che replico senza polemica a quanto sostenuto nell'articolo (e quindi nel "documento informativo del 1947"), limitando l'intervento solamente alle notizie evidenziate nel servizio e offrendo al giudizio dei lettori le informazioni sulla chiesa corredate dalle fonti storiche inedite originarie (e dunque molto più antiche del 1947).
ORIGINE
[fra virgolette le parti del documento informativo del 1947]
L'origine della chiesa di Santa Maria della Catena (come del resto quella di molti edifici storici) è ignota e non sappiamo se fu la seconda chiesa del "nuovo paese" coeva alla "casa dei Pitti", ritenuta quest'ultima la prima casa della nuova Gangi: e non vale un "esame superficiale" delle linee e della struttura a provare la contemporaneità dei due fabbricati nè tantomeno la loro origine, giacché le tecniche costruttive sono rimaste invariate praticamente per interi secoli.
Sicuramente la nostra è una delle più belle chiese del borgo, sia che l'abitato sia sorto nei primi anni del Trecento come tradizion vuole sia che esso sia stato preesistente a tale data: è certo però che parlando di "nuovo paese" l'autore del "documento informativo del 1947" si riferisca all'ipotesi della fondazione di Gangi dopo la sua ipotizzata distruzione del 1299. Dal che appare assai improbabile che fin dal 1290 la chiesa della Catena sia stata la prima parrocchia di Gangi. Non risulta infatti che la nostra sia mai stata chiesa parrocchiale: emerge invece da antichi atti notarili che nella metà del Trecento l'unica parrocchia era quella di San Nicolò, la chiesa madre di Gangi che fra l'altro non risulta mai essere stata intitolata ad altro Santo (1), e che le altre chiese erano ad essa suffraganee.
La facciata della chiesa della Catena, poi, non risale al 1500. Essa venne infatti definita in due diversi periodi: dapprima l'elegante portale con plinti, colonne e timpano in pietra che venne realizzato fra il 1644 e il 1647 (come appare del resto dalla data incisa proprio sulla chiave dell'arco) ad opera di mastro Giuseppe Conforto e di mastro Francesco Lima da Castelbuono e con la partecipazione di altre maestranze gangitane, petralesi e di altri paesi (2).
Successivamente la facciata venne completata con l'impianto di paraste (finti pilastri) e i cornicioni in pietra dei due settori inferiore e superiore (con ordine corinzio e ordine cosiddetto bastardo), realizzati nel 1774 dai mastri Cristoforo Fellini (di origine veneziana) e Carmelo Patti e montati dai mastri Giovanni e Mariano Castello (padre e figlio) di Gangi (3): lo spazio fra le paraste poi (e questa è una notizia assolutamente inedita) doveva essere intonacata con calce.
Lateralmente alla chiesa sorgeva una torre dotata di un orologio che non era solare bensì mecanico del tipo alla spagnuola (4).
Note
1 Biblioteca Centrale della Regione Siciliana Palermo, Libro dei privilegi dell'abbazia di Santa Maria di Gangi Vecchio, atti vari.
2 Archivio della Chiesa Madre di Gangi (ACMG), Libro dei conti della chiesa di Santa Maria della Catena.
3 Archivio di Stato di Termini Imerese (ASTI), contratti d'opera agli atti del notaio Gioacchino di Pane.
4 ASTI, contratto per il funzionamento degli orologi pubblici di Gangi, contratto del 1789 agli atti del notaio Mario di Chiara.